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Desideria Mini



“Pro Choice, Pro Science”

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Eugenetica: facciamo chiarezza

Quando parlo con le persone sostenendo la tesi che gli interventi sulla linea germinale dell'Uomo siano giusti e necessari un'obiezione che mi viene fatta spesso è che c'è il problema dell'eugenetica.  È un termine che ricorre molto spesso nel dibattito pubblico su alcune questioni come la diagnosi genetica preimpianto o la modifica della linea germinale umana. Nessuna però si preoccupa mai di dare una definizione precisa di eugenetica ma piuttosto di mischiare tante cose diverse facendo di tutta l'erba un fascio. Per esempio si confonde l'applicazione di tecniche come le diagnosi preimpianto o la donazione mitocondriale allo scopo di evitare la nascita di bambini affetti da una malattia genetica ad un eventuale utilizzo delle stesse per avere figli alti, biondi, con gli occhi azzurri e di pelle chiara, oppure ancora si paragona questa tecnica alle pratiche dell'antica Sparta o ai crimini nazisti. Al termine “eugenetica” nella storia passata e contemporanea vengono dunque associate pratiche molto diverse tra loro che si rischia di accostare erroneamente. Senza una chiara definizione ognuno può attribuirle il significato che più gli piace o giudicarla come meglio gli fa comodo. È anche questo che rende facile alle frange fondamentaliste attaccare eticamente la diagnosi genetica preimpianto o la modifica della linea germinale umana. Ma allora che cos'è esattamente l'eugenetica? Occorre cercare di fare un po' di chiarezza. Da un punto di vista semantico eugenetica significa “miglioramento della stirpe”. Una definizione precisa di tale parola nel suo senso utilizzato più correntemente ma inconsciamente, potrebbe allora essere: “Con eugenetica o eugenica o eugenia si intende tutto un insieme di teorie e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica della popolazione umana nel suo insieme o di una sua sottoparte.” Una tale definizione però è fuorviante e insoddisfacente perché troppo generica in quanto non tiene conto e nulla dice su quali siano queste pratiche e cioè su quali mezzi intenda realizzare un tale miglioramento. Occorre allora un'analisi della parola anche dal punto di vista etimologico. Eugenetica ha come radice la parola “eu” che, come molti sanno, in Greco antico significa “bene”. Da logica ne deriverebbe, allora, che per eugenetica si dovrebbero intendere pratiche che non solo abbiano per scopo il bene della specie umana nella sua ereditarietà genetica ma che siano anche compiute con metodi “buoni”, e cioè moralmente giusti. La prevenzione delle malattie ereditarie che avvenga con mezzi non coercitivi e che non sia discriminatoria rientrerebbe perfettamente nella definizione di eugenetica qui proposta. A tali fini preventivi e con tali modalitàla selezione degli embrioni e la modifica della linea germinale costituiscono rispettivamente una forma minimale o più avanzata di eugenetica. Ma se l'eugenetica è semanticamente una cosa buona ed lo è sia nei mezzi che nei fini, cosa sono e come si dovrebbero chiamare tutte quelle pratiche che hanno a che vedere con la “stirpe” ma che per i mezzi e\o per i fini sono malvagie o stupide? Occorre allora coniare un nuovo termine per distinguerle dall'eugenetica.  Documentandosi con chi ha fatto studi classici viene fuori che “kakos” in Greco antico significa sia “male” che “inetto” e che la parola “cacogenetica”, sostituendo alla k la lettera c, più utilizzata nell'alfabeto Italiano, si adatta efficacemente al caso.  Per indicare le pratiche collegate alla “stirpe” umanamente  sbagliate si potrebbe allora coniare proprio il termine cacogenetica.

Risulterebbe allora ovvio che le pratiche naziste in realtà erano pratiche di cacogenetica, mascherate dalla propaganda del Terzo Reich come eugenetica.

Una moderna forma di cacogenetica è invece l'utilizzo distorto delle tecniche di procreazione medicalmente assistita per far nascere volutamente figli disabili, malati o menomati, come nel caso di quei gruppi di sordi che vogliono ottenere figli altrettanto sordi. Si tratta di cercare volutamente sia di mettere al mondo una nuova persona che avrà limiti e svantaggi notevoli rispetto alla maggior parte delle altre persone sia di diffondere una condizione di infermità peraltro grave, alle future generazioni. Un altro tipo di cacogenetica immaginabile è l'utilizzo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita per far nascere figli con precise caratteristiche etniche come colore di pelle, occhi o capelli.  Si potrebbe definire cacogenetica etnica. La cacogenetica etnica mira a conferire alla popolazione soltanto o in prevalenza le caratteristiche esteriori di un certo gruppo etnico, come appunto colore della pelle, degli occhi o dei capelli.

La cacogenetica etnica non apporta nessuna utilità reale e si basa solo su canoni di bellezza sociali. Tali canoni, inoltre, cambiando nel tempo e nello spazio in funzione delle popolazioni autoctone, della cultura e del marketing pubblicitario non hanno alcun senso oggettivo. Si tratta dunque di una pratica sciocca in quanto non offre nessun reale beneficio all'Umanità Che un carattere etnico non offra complessivamente nessun vantaggio può essere mostrato, ad esempio, per il colore della pelle. La pelle scura offre una ottima schermatura dai raggi UV offrendo il vantaggio di una protezione efficacemente dal melanoma mentre alle elevate latitudini la pelle chiara risulta più vantaggiosa perché permettendo un maggior assorbimento dei raggi solari da parte della pelle consente di formare più vitamina D3, indispensabile per varie funzioni come la mineralizzazione dello scheletro e la prevenzione di alcuni tumori. Complessivamente non vi è dunque una pelle migliore delle altre. Infine la cacogenetica etnica intendendo cancellare dalla popolazione umana le caratteristiche esteriori di certe etnie perora concetti razzisti. Fortunatamente è difficile che vi saranno molte richieste di utilizzare tecniche di procreazione medicalmente assistita in tal senso. Generalmente le persone desiderano figli che assomiglino loro e per tal fine di solito la procreazione naturale funziona bene. Anche per chi, per vari motivi, deve ricorrere alla fecondazione artificiale l'utilizzo di gameti autologhi porta in genere allo stesso risultato. Fa naturalmente eccezione, per i pazienti sterili o gravemente infertili o per le coppie omosessuali, il ricorso alla fecondazione eterologa: in tale caso, per cercare di assicurare la somiglianza dei genitori ai figli il donatore o la donatrice potrà e dovrà avere caratteristiche etniche il più possibile simili al paziente di cui non sarà utilizzato il gamete ma non dovrebbero poter essere scelte altre caratteristiche etniche del donatore o della donatrice diverse da quelle di tale paziente.

Insomma, come per ogni pratica umana, anche per quanto riguarda quelle della “stirpe”, per poterne dare un giudizio morale bisogna prima analizzare attentamente sia i mezzi che i fini poiché occorre innanzitutto valutare se questi sono compatibili con il rispetto dei Diritti Umani.

Una volta stabilito che cosa si debba intendere per eugenetica ed averla distinta dalla cacogenetica si può analizzare le due tipologie di eugenetica basate sull'effetto sul genoma: l'eugenetica negativa e l'eugenetica positiva.

L'eugenetica negativa è l'eugenetica volta a diminuire l'incidenza di caratteri svantaggiosi in una popolazione impedendo o riducendo la trasmissione di tali caratteri alla prole.

L'eugenetica negativa sostanzialmente è la prevenzione delle malattie ereditarie tramite tecniche di procreazione medicalmente assistita senza l'utilizzo della coercizione e senza discriminazioni. Una tale forma di prevenzione non viola i diritti umani e realizza il bene dell'Uomo nel suo futuro sia prossimo che remoto.  Si tratta  di un eugenetica di tipo preventivo ma anche, da un altro punti di vista, terapeutico per la specie umana e quindi per tutti gli individui che la comporranno in futuro. Si potrebbe azzardarsi a dire che questi interventi oltre che legali dovrebbero essere anche pubblicamente promossi.

Attuali metodologie praticate di eugenetica negativa sono lo screening dei globuli polari, le analisi preimpianto dell'embrione, e la donazione mitocondriale utilizzate allo scopo di prevenire la malattie genetiche, anche se a seconda del paese possono essere legali o vietate o comunque limitate in qualche modo dalla legge.

Una possibile futura metodologia di eugenetica biologica potrebbe divenire il genome editing delle cellule germinali, dello zigote e dell'embrione nelle sue fasi di sviluppo iniziali ma, aldilà di leggi statali e dei trattati internazionali che attualmente lo vietano, ci sono ancora molti problemi tecnici da risolvere prima che possa essere applicato con elevata sicurezza ed efficacia sull'Uomo. Se però le difficoltà scientifiche dovessero essere risolte e quelle legali superate tra alcune decine d'anni l'editing in linea germinale nell'Uomo potrebbe divenire realtà.

Anche l'aborto volontario per evitare la nascita di un bambino malato può essere fatto rientrare nell'eugenetica negativa.

L'eugenetica positiva è invece l'eugenetica volta a aumentare l'incidenza di caratteri vantaggiosi in una popolazione favorendo la trasmissione di tali caratteri alla prole. Si tratta di un tipo di eugenetica che assorbe il famoso concetto di potenziamento della nostra specie.

Se l'Umanità dovesse decidere di procedere in questo senso dovrà prima soppesarne attentamente tutte le conseguenze. Occorrerà molta prudenza e per ogni intervento di questo tipo dovrebbe essere necessaria la valutazione scientifica, etica e sociale da parte di un organo apposito, competente, autorevole e ufficialmente riconosciuto. È però difficile dire se dovrà essere convocata un'unica commissione internazionale o se ogni stato dovrebbe avere la sua perché in funzione delle diverse peculiarità culturali e filosofiche prevalenti nelle varie zone del mondo, non sarebbe giusto imporre una sola impostazione in paesi dove ci sono maggioranze che la pensano diversamente. Nel futuro, se saranno risolte le problematiche biomediche, etiche e sociali, le tecniche di procreazione medicalmente assistita, modifica della linea germinale compresa, potrebbero forse essere utilizzate anche nell'eugenetica positiva. Diverso, invece, il caso dell'aborto che non può essere considerato una forma di eugenetica positiva. Interrompere lo sviluppo del feto non per prevenire una grave malattia o malformazione del nascituro o non per tutelare la salute psicofisica della madre ma solo perché il nascituro non soddisferebbe determinati standard ritenuti elevati non è moralmente lecito. L'aborto quindi non può mai rientrare nelle forme di eugenetica positiva ma solo, se nel caso, fra le forme di eugenetica negativa.

Nota:

* Con donazione mitocondriale si indica la sostituzione dei mitocondri, e quindi del DNA mitocondriale malato con uno “sano” nell'ovocita o nello zigote. Sono state proposte varie tecniche: “germinal vesicle transfer”, “spindle-chromosome transfer”, “first polar body genome transfer”,  “pronuclear transfer” e “second polar body genome transfer”. La donazione mitocondriale può essere utilizzata per non trasmettere ai figli malattie genetiche dovute a geni mitocondriali della madre. Il DNA mitocondriale, infatti, si eredita esclusivamente per via materna.